La Cantina Sociale Tezze di Piave ha da sempre affiancato al termine produzione le parole sperimentazione e sostenibilitá. Bisogna ricordare che la cantina, fondata nel 1930, nacque al tempo come concetto illuminato nella mente dei primi soci fondatori. L´idea era non solo aiutarsi a vicenda tramite quello che é diventato l´attuale metodo cooperativo ma anche condividere le conoscenze e ancora di piú condividere le proprie intuizioni al fine di portare ad un´evoluzione costante del concetto di viticolutura e vinificazione. Questo fu reso possibile anche grazie due istituzioni, la Scuola Enologica e la Stazione Sperimentale, entrambe residenti a Conegliano Veneto, cittadina situata a pochi chilometri da Tezze di Piave. I vari test eseguiti dalla Stazione Sperimentale erano effettuati (e vengono tuttora effettuati) presso la Cantina Sociale, avvicinando sempre piú concetti quali vinificazione e sperimentazione. Negli anni `50 per esempio, l´allora direttore della Cantina Sociale portó avanti un progetto insieme alle due istituzioni citate che mirava a risolvere un discreto problema dell´epoca; i vigneti della Cantina Sociale al tempo infatti erano progettati per produrre grandi quantitá di uva a scapito a volte della qualitá.

 

 

 Per risolvere la questione fu comprato un nuovo appezzamento di terra dove furono piantate tre varietá di vitigni: Merlot, Cabernet e Raboso Piave. Ogni varietá fu allevata con un sistema diverso e cioé il Sylvoz, il tendone pugliese e il sistema a raggi Bellussi (Bellussera). Furono anche diversificati i sistemi di potatura e di allevamento. Le vendemmie sui vigneti iniziarono nel 1967 e durarono fino al 1988, anno di vendita dell´appezzamento. I risultati furono promettenti in particolar modo per il Raboso Piave, ottenendo non solo un incremento del grado zuccherino degli acini, testimoniante un aumento nella qualitá dell´uva, ma anche un lieve incremento dell´uva prodotta.

 

 

Con il passare degli anni la base ampelografica varietale della zona é discretamente variata; non solo Merlot, Cabernet, Carmenere, Verduzzo e Tocai ma anche Chardonnay, Pinot, Sauvignon, Cabernet Sauvignon e anche il vero Cabernet franc francese, spesso offerto come alternativa al Carmenere. Per far fronte alla diffusione delle prime selezioni clonali delle varietá e delle conseguenti problematiche sulla scelta di quale clone utilizzare nel 1992 la Cantina Sociale Tezze di Piave in collaborazione con l´Istituto Sperimentale decide di piantare su un proprio terreno diversi cloni delle varietá sopra citate, al fine di selezionare le migliori per il territorio. Per quanto concerne il Raboso Piave la situazione era piú semplice, in quanto l´unico clone esistente, il Raboso Piave ISV-V 2, omologato nel 1990, era stato selezionato proprio a Tezze di Piave da un vigneto della famiglia Roveda (Raboso 1921). I dati relativi alla ricerca sulle varietá vennere successivamente pubblicati e furono di indicazione a diversi viticoltori della zona.

La sostenibilitá é uno dei valori fondamentali della Cantina Sociale Tezze di Piave e lo troviamo ancor prima della sua fondazione all´interno del contesto territoriale dove essa é nata. Una delle testimonianze storiche della sostenibilitá sul territorio é data proprio dalla Bellussera, metodo di viticoltura creato dalla famiglia Bellussi agli inizi del 900. Questo sistema fu utilizzato dalla famiglia Roveda nel 1921 quando creó un vigneto di Raboso (da cui attaulmente si produce il Raboso del Piave 1921) che ancora oggi é mantenuto dalla Cantina Sociale mantenendo sostanzialmente inalterate le metodologie di lavoro dell´epoca. É possibile vederne una foto satellitare cliccando qui.

 

 

Il metodo Bellussera usato all´epoca prevedeva 3 livelli di produzione insistenti nella medesima superficie: il primo era rappresentato da tutto ció che veniva prodotto sul suolo calpestabile, come erba per allevare i bovini che fornivano latte e carne, mentre lungo il filare fra vite e vite venivano coltivati legumi e tuberi. Il secondo livello era quello specifico legato alla vite che forniva uva per la produzione di vino e vinacce da cui si produceva la grappa; i torci era inoltre usati come combustibile per riscaldare le abitazioni. Infine il terzo livello, il piú importante, basato appunto sull´uso del gelso come tutore vivo. I rami del gelso, molto flessibili, venivano usati alla stregua di corde per fissare la Bellussera ai raggi che la sostenevano mentre le foglie venivano usate dal coltivatore per alimentare i bachi da seta, che venivano poi venduti dal contadino e usati nell´industria della seta, molto rilevante sul territorio.

 

 

La Bellussera dell´epoca rappresenta perfettamente il concetto di sostenibilitá legata al territorio che la Cantina Sociale preserva ancora oggi per offrire un prodotto in linea con la tradizione del territorio e con la sua storia. Per esempio, le acque utilizzate nel processo produttivo della cantina vengono trattate dal modernissimo impianto di depurazione presente in azienda, della capacitá di 12000 abitanti equivalenti e basato sulla filtrazione dell´acqua reflua a garanzia della qualitá dell´acqua stessa. Attualmente inoltre per indirizzare i nostri soci verso la sostenibilitá vengono forniti puntualmente Bollettini Informativi sugli interventi praticabili nelle varie fasi della coltivazione della vite, garantendo la qualitá del proprio vino, dato che la Cantina Sociale lavora solamente uve provenienti dai propri soci. Vengono inoltre effettuate analisi dei principi attivi residue sulle partite in arrivo, al fine di rispettare i corretti tempi di crescita del prodotto.

Il Raboso D.O.C. ottenuto con uve di Raboso Piave é stato per secoli il vino rosso tipico della pianura veneta, conosciuto ed apprezzato nella cittá di Venezia che in epoca moderna ha assistito alla produzione di un film su Raboso, "Il leone di vetro". Il trittico costituito dl sistema Bellussi, il Raboso Piave e il Glera caratterizzava tutto il territorio della pianura trevigiana creando un vero e proprio paesaggio tipico ed indimenticabile. I fatti testimoniano che dopo gli eventi bellici del 1918, in cui tutta la zona sinistra del Piave si trova invasa ed in prima linea, venne avviato un proceso di bonifica delle terre al fine di restituirle dopo la guerra ai legittimi proprietari; una volta restituite, la famiglia Roveda come tantissime altre riprese la coltivazione della vite utilizzando il Gelso come tutore vivo, metodo ideale per la coltivazione in quelle povere zone.
 
Proprio la Bellussera della famiglia Roveda é resistita ai fatti e alle mode nel cambiamento non solo dei vigneti ma anche dell´economia delle aziende agricole in generale. É arrivato fino a noi parte di questo vigneto, precisamente 6700 mq, ancora in perfetta produzione e con i Gelsi a fare da tutore. La Cantina Sociale Tezze di Piave ha voluto salvaguardare e mantenere quest´ultimo vigneto originale in tutte le sue componenti (sistema di coltivazione, viti, gelsi) per la sua unicitá e per l´importanza storica che rappresenta per il territorio. Il vigneto é visibile dalle foto satellitari cliccando qui; si possono notare al centro dell´immagine i Gelsi usati come tutori vivi, che risaltano per la loro dimensione.
 
L´uva ottenuta da questo vigneto viene vinificata a parte e dá origine ad una bottiglia tutta dedicata a questo percorso di storia e di tradizione; viene prodotto dapprima in botti grandi da 30-50 ettolitri per almeno un anno e successivamente per almeno un altro anno in Barriques da 225 litri, per ottenere infine il 1921 Raboso del Piave D.O.C.
 
 
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La Cantina Sociale di Tezze di Piave, situata nel cuore della zona a Denominazione d'Origine Controllata dei Vini del Piave, ha radici antiche. Essa vanta più di settantacinque anni di attività nel settore vitivinicolo con professionalità ed esperienza, infatti dall'ormai lontano 1930, anno in cui dieci viticoltori del Piave costituirono la Cantina, ad oggi, molto è stato fatto e lo testimoniano gli attuali 400 soci.

 

 

La Cantina ha sempre dato grande importanza alla sperimentazione ed è per questo che dispone di un'azienda agricola in cui, da molti anni, conduce sperimentazioni sulle tipologie di vitigni, allo scopo di migliorare costantemente la qualità delle uve e di conseguenza dei vini da esse ottenuti.

La coltivazione dell'uva con metodo biologico, è un'esperienza che dura ormai da oltre dieci anni ed ha trovato nei produttori un giusto consenso.

La Cantina dispone di efficienti impianti di vinificazione per la produzione di vini bianchi e rossi di qualità, è altresì dotata di un reparto d'invecchiamento, in botti di rovere di Slavonia, dove i mogliori vini rossi sono posti ad affinare.

 

 

Essa per garantire un rapporto diretto e genuino tra produttore e consumatore, ha allestito il nuovo Punto Vendita dove il Cliente può degustare i vari tipi di vino sfusi ed in bottiglia e ricevere utili consigli sull'abbinamento delle diverse qualità ai piatti tipici della nostra gastronomia.

A livello storico troviamo una prima citazione del Prosecco nel 1733 ad opera di Tommaso Mondini, che si firmava con lo pseudonimo di Sante Bagozzo, il quale scrisse una raccolta chiamata la "Bagozzeide" che si proponeva di elencare diversi prodotti peculiari acquistabili presso la cittá di Venezia, che grazie ai suoi commerci via mare e la sua espansione nell´entroterra poteva offrire sul suo territorio tutta una serie di merci difficilmente reperibili per altre cittá italiane. Tra i vari vini degustati dall´autore viene citato anche il "Prosecco fatto"; considerato che la "Bagozzeide" si identifica come une delle raccolte di prodotti piú ampie create nel 1700, se ne deduce che se il Prosecco ha trovato spazio nell´opera del Mondini, esso doveva essere giá molto diffuso nel territorio veneziano. La Cantina Sociale Tezze di Piave offre due tipologie di Prosecco in bottiglia, il Prosecco Spumante D.O.C. Treviso Extra Dry e il Prosecco Frizzante D.O.C. Treviso; é possibile inoltre acquistare il vino Glera sfuso presso il nostro Punto Vendita Diretta
 
Il Prosecco é la D.O.C. per eccellenza quando si pensa ai territori della Marca Trevigiana e la zona limitrofa alla Cantina Sociale Tezze di Piave non fa differenza; gran parte della richiesta e quindi della produzione di vino si rifá al Prosecco. Da sempre diffuso sul nostro territorio, ha conquistato grande notorietá negli ultimi decenni portando gran parte dei coltivatori a concentrarsi sulla produzione di questo prodotto anche grazie alle ottime rese sia a livello qualitativo che quantitativo. Sul nostro territorio questo vitigno prende il nome di Glera ed é caratterizzato da grappoli di forma piramidale e di dimensione maggiore rispetto ad altri vitigni, con acini di colore giallo paglierino traslucido a volte tendente al verdastro.
Il Prosecco una volta lavorato ed imbottigliato segue in genere un processo di fermentazione basato sui lieviti, il cui risultato é un perlage piuttosto tipico che puó essere piú o meno pronunciato a seconda del livello di spumantizzazione che si vuole ottenere. Esso si presenta con un colore giallo paglierino, dal sapore asciutto, giustamente acido e scarsamente tannico, con un boquet gradevole ed equilibrato. Ottimo per qualsiasi aperitivo ed antipasto, nella sua versione amabile diventa facilmente abbinabile anche a molti dessert.